I
partiti sono morti? E in caso contrario, “come se la passano” per dirla in
linguaggio giovanile (giovani spesso e troppo assenti dal dibattito politico)?
Certamente non bene: è fin troppo nota la pesante e lacerante disaffezione –
quella delle generazioni più fresche in
primis, appunto – nei confronti della politica, vista come un’immensa
mangiatoria castale ad accesso limitato ed esclusivo dei “soliti noti”. Non
parliamo poi dei partiti cosiddetti tradizionali, che delle radici
ottocentesche hanno lasciato – o conservato – ben poco (questo nel caso in cui
siano ancora presenti nei parlamenti nazionali). Al declino della struttura
partitica si sommano i cosiddetti populismi – di destra e di sinistra – animati
dall’urlante protesta e la sempre maggiore voglia “di nuovo” (ignorando gli
aspetti positivi degli assetti istituzionali messi sotto attacco). Non importa
cosa sia il nuovo e da chi o cosa sia rappresentato: l’importante è “cacciare
via quelli là”; quelli là intesi come i membri della classe politica vigente,
attori di tutti i mali sociali – accomunati dal grigiore dei completi e dei
capelli – ma certamente colpevoli di guardare ad una società nuova con schemi
vecchi e oramai inadeguati al fluire inesorabile del tempo. Tempo che chiede
nuovi linguaggi e nuovi formati: i partiti saranno in grado di rinascere? Quali
sono i motivi della crisi? Davvero sono scomparsi?
sabato 26 gennaio 2019
sabato 19 gennaio 2019
Jan Palach: la fiamma della libertà

mercoledì 16 gennaio 2019
Gun export & safety
Si
dice spesso che in fin dei conti la guerra convenga a tutti. Di sicuro conviene
a chi le armi le esporta; e non stiamo parlando di cifre basse o di nazioni
sconosciute … Sono quattro i più grandi esportatori di armi sul pianeta: Stati
Uniti, Cina, Francia e Russia. Ognuno di essi smercia il “carico esplosivo” ad
altri paesi (molti di questi nella regione mediorientale in cambio di oro
nero). Secondo il SIPRI – Stockholm International Peace Research Institute –
nel caso dell’America – di Barack Obama
prima e Donald Trump poi – il primo
paese di esportazione di armi è l’Arabia Saudita, il secondo gli Emirati Arabi
Uniti, il terzo la Turchia, il quarto la Corea del Sud, il quinto l’Australia.
Nel caso della Cina di Xi Jinping,
al primo posto c’è il Pakistan, al secondo il Bangladesh, al terzo la Birmania,
al quarto il Venezuela, al quinto la Tanzania. Per quanto riguarda l’Europa, il
primo paese a livello di export
sarebbe la Francia – prima di François
Hollande e poi di Emmanuel Macron
– che vende armi in primis al
Marocco, alla Cina, all’Egitto, agli EAU e all’Arabia Saudita. Per quello che
riguarda la Russia di Vladimir Putin, il primo paese di export in termini di armi è l’India, il
secondo la Cina, il terzo il Vietnam, il quarto l’Algeria e il quinto il Venezuela.
Compleanni e complemorti
venerdì 11 gennaio 2019
I passaggi di tempo di Fabrizio De André, anima salva

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